La prevenzione dei tumori o delle neoplasie si prefigge il compito di diagnosticare e curare

“in tempo” queste malattie attraverso interventi chirurgici limitati e non demolitivi e con alte percentuali di guarigioni e quindi alto tasso di sopravvivenza.

La Prevenzione Primaria ha lo scopo di ridurre la morbosità e quindi la mortalità del cancro attraverso l’individuazione e l’eliminazione delle cause che provocano tumore. Tuttavia poichéla genesi delle neoplasie è dovuta a più fattori, per ognuna di esse non si conosce ancorala precisa causa e l’esatto momento che segnano l’inizio del processo tumorale. L’unica prevenzione primaria che attualmente può essere fatta è l’educazione sanitaria della popolazione e la sensibilizzazione dei medici di primo livello (medici di famiglia). L’educazione della popolazione prevede l’insegnamento che il cancro è una malattia curabile e guaribile se diagnosticata precocemente. L’intervento dei medici di famiglia deve sensibilizzare la popolazione affinchè si sottoponga a visite di prevenzione oncologica. La Prevenzione Secondaria ha invece il compito di: identificare i gruppi di popolazione a rischio per un dato tumore, riconoscere e trattare le lesioni neoplastiche e diagnosticare il maggior numero di neoplasie in fase precoce. La Diagnosi Precoce consente di diagnosticare un tumore in fase iniziale, sito all’interno di un’organo, ma non ancora, o poco esteso al resto dell’organismo: modesta frequenza di metastasi linfonodali ed assenza doi metastasi a distanza.

La diagnosi precoce riduce la mortalità del cancro. 

TUMORE DELLA CERVICE UTERINA

I dati della letteratura in tutto il mondo hanno registrato un notevole aumento della sopravvivenza con conseguente riduzione della mortalità per cancro genitale in donne per le quali è stato possibile effettuare una diagnosi precoce e/o preclinica del tumore. Il successo maggiore è stato sicuramente ottenuto con l’introduzione del PAP-Test per lo screening del cancro del collo dell’utero la cui incidenza, con conseguente mortalità, si è ridotta di circa 1/3 rispetto a 50 anni fa nei paesi occidentali, mentre nei paesi in via di sviluppo, dove i piani di  screening sono ancora un miraggio, rappresenta ancor oggi una importante causa di morte nel sesso femminile. Dovrebbe oramai essere noto a tutti che il carcinoma della cervice uterina è causato dalla persistenza dell’infezione da HPV o Human Papilloma VirusIl pap test consiste nel prelievo direttamente dal collo dell’utero delle cellule dell’eso e dell’endocervice, le quali, adeguatamente strisciate su un vetrino e colorate permettono di evidenziare eventuali alterazioni causate dall’HPV. Negli ultimi anni si affianca al pap test anche la ricerca dell’HPV-DNA, metodica di biologia molecolare, facile da eseguire perchè molto simile al prelievo del pap test, che permette di identificare la tipologia di HPV coinvolta nella lesione. Circa il 75% delle donne sessualmente attive ha contratto infezione da HPV. E’ importantissimo far capire che la sola infezione non determina il tumore della cervice. Infatti l’infezione ha alte probabilità di negativizzarsi spontaneamente. E’ la persistenza dell’infezione e l’integrazione del virus all’interno delle cellule a determinare le basi di quello che sarà una neoplasia. Pertanto la sola ricerca dell’HPVDNA non accompagnata da un pap test non è un test di screening valido e sufficiente. Nel caso del carcinoma della cervice uterina si riesce a fare anche prevenzione primaria. Ovvero sono stati messi a punto dei vaccini in grado di neutralizzare i sierotipi di HPV maggiormente coinvolti nello sviluppo tumorale. La campagna di vaccinazione è iniziata da circa 7 anni, sono in corso studi che seguono l’andamento delle pazienti post-vaccino.

 

TUMORE DELL’ENDOMETRIO

Oltre al carcinoma della cervice uterina bisogna prendere in considerazione anche il carcinoma dell’endometrio ovvero della mucosa che riveste l’interno dell’utero, quella mucosa che si sfalda ad ogni mestruazione o che accoglie l’impianto della camera gestazionale in caso di gravidanza. E’ purtroppo la neoplasia ginecologica più frequente, ma ha il vantaggio di manifestarsi da subito con un sintomo importante, ovvero il sanguinamento.  In caso di diagnosi precoce del carcinoma dell’endometrio gioca un ruolo fondamentale l’ecografia pelvica. Essa infatti è l’esame migliore per poter valutare le caratteristiche della rima endometriale e il suo spessore, in modo da poter individuare i casi di IPERPLASIA ENDOMETRIALE stato precanceroso durante il quale è facile intervenire chirurgicamente risolvendo completamente la malattia. Di fondamentale importanza quindi eseguire un controllo ecografico annuale ma soprattutto indagare immediatamente una paziente in menopausa che manifesta perdite ematiche appunto definite atipiche.

TUMORE  DELL’OVAIO 

Arriviamo alla nota dolente della prevenzione oncologica in ginecologia, ovvero al Carcinoma dell’ovaio anche definito il “killer silenzioso” poichè non dà nessun sintomo se non a malattia avanzata e quasi irrecuperabile. L’unico modo per poter fare diagnosi precoce in questo tipo di malattia e eseguire visita ginecologica con ecografia pelvica annualmente. Qualora si evidenzi una neoformazione ovarica sospetta, il curante  farà eseguire alla paziente ulteriori esami per determinarne la benignità o la malignità, come TAC o Risonanza magnetica  e il dosaggio ematico di due marcatori importanti ovvero il CA125 e l’HE4. Pertanto lo screening  ginecologico di base è costitutito da PAP TEST, ecografia per ovaio ed endometrio, il tutto correlato con l’esame clinico. A questi poi, se ci sono dubbi, si possono aggiungere esami di secondo livello, come la colposcopia o la TAC, la Risonanza Magnetica o anche l’isteroscopia. E’ importante sottolineare che lo screening di per se stesso non può prescindere da quello che è l’esame clinico, che rimane sempre fondamentale e dirimente nel momento in cui si vanno a integrare i vari esami sia di imaging (come l’ecografia) sia di tipo citologico (Pap test) o di altra natura. L’esame clinico deve dirimere e arrivare a una conclusione dello stato di salute della donna. Questo prima di tutto è fondamentale. L’esame clinico non deve mai essere bypassato da nessun esame diagnostico e citologico, ma non deve mai essere da solo perché l’esame clinico è un esame che è una conclusione di uno screening, nell’ambito di quanto appena illustrato.  Una donna non può eseguire soltanto il pap test ogni anno pensando di aver completato adeguatamente lo screening. E’ necessaria l’integrazione ecografica abbinata ad un’adeguata visita ginecologica. Così come anche non è accettabile eseguire soltanto una visita ginecologica con esame bimanuale senza l’aiuto di strumentazione ecografica. Molte neoformazioni non sono percepibili con l’esame manuale, con la palpazione, ma si vedono, sia nella loro grandezza, sia nel loro contenuto, sia nella loro vascolarizzazione, solo a livello ecografico, quindi l’esame ecografico non può essere escluso dallo screening.

Pertanto il consiglio per uno screening oncologico ottimale in ginecologia è di eseguire annualmente  Pap test ed ecografia pelvica, accompagnati da un’attenta e adeguato esame clinico, quindi da un’attenta e adeguata visita ginecologica.