L’Incontinenza urinaria ha un impatto psico-sociale significativo sia su chi ne soffre, che sulla sua famiglia, estendendosi anche agli operatori sanitari coinvolti.

Un impatto che può riflettersi su vari ambiti, creando problemi psicologici, occupazionali, relazionali, fisici e sessuali. Quando una persona è affetta da incontinenza urinaria perde autostima, è incapace di mantenere uno stile di vita indipendente, vive situazioni di disagio e di sofferenza che la portano a ridurre drasticamente quelle che prima erano le normali attività quotidiane. E’ facile immaginare le ripercussioni che tali cambiamenti hanno sulla vita, si esce sempre meno, si riducono le interazioni sociali con amici e famigliari, si limitano le attività sessuali fino a giungere alla totale assenza. Malgrado l’aspettativa di vita di una donna tenda sempre più ad aumentare, paradossalmente, questa patologia continua ad essere sottovalutata la rilevanza che ha sull’impatto sociale. In questo contesto l’incontinenza urinaria femminile dovrebbe occupare un posto sempre più rilevante nella programmazione sanitaria della medicina moderna. Recenti studi epidemiologici, stimano che nei paesi occidentali, il problema interessa il 15% delle donne, con un range variabile dal 5% al 40% in base alla fascia di età considerata.

Tra i vari tipi di incontinenza, quella da sforzo rappresenta la tipologia più diffusa e trattabile dal punto di vista medico.In particolare circa il 35% delle donne che partoriscono, riportano un danno nei supporti pelvici, di queste circa il 30% soffre di incontinenza urinaria transitoria, il 7%, invece, definitiva.Se poi teniamo conto, valutando questi ultimi dati, che la patologia non colpisce solo le donne anziane, ma anche donne in età fertile, possiamo comprendere quanto questa sia particolarmente sentita e, sopratutto, quanto sia importante un approccio sia medico che psicologico. Ma in cosa consiste l’incontinenza urinaria? Si tratta, in pratica, della perdita involontaria di urina attraverso l’uretra. E’ spesso chiamata “malattia silenziosa” perchè le donne che ne soffrono, raramente ne parlano al proprio medico. Eppure si tratta di una patologia molto comune, che coinvolge circa 2 milioni di donne in Italia. Qualsiasi donna potrebbe essere colpita da incontinenza urinaria. Non si tratta, infatti, di età, tipologia di lavoro o modo di vivere. L’Incontinenza è piuttosto dovuta a cause che possono essere anche transitorie.

Sicuramente la patologia si presenta come problema invalidante, poichè impedisce le azioni quotidiane e condiziona psicologicamente la vita delle donne che ne sono affette. Ci sono vari tipi di incontinenza e, in base ai sintomi, è possibile ricollegarla ad una precisa tipologia. Così avremo l’incontinenza da sforzo oppure urgenza o ancora mista. Senza dilungarci troppo sulle varie differenze che tratteremo in un altro momento, le cause possono essere diverse. Gravidanza, parto e obesità hanno un impatto importante in quanto indeboliscono i muscoli pelvici; nel caso della menopausa, la carenza ormonale indebolisce la vescica; le infezioni delle vie urinarie possono essere causa di incontinenza poiché portano ad un restringimento dell’uretra; anche fattori costituzionali, come la razza possono avere ripercussioni sulla patologia. Prevenire l’incontinenza urinaria si può, utilizzando accortezze che ci aiutino ad avere uno stile di vita sano e regolare, capace di preservare l’integrità dei muscoli del pavimento pelvico. Per questa ragione, la prevenzione si basa tanto su un approccio fisico, che prevede quindi esercizi mirati dell’addome e del pavimento pelvico, tanto su un approccio alimentare che incoraggia un’alimentazione sana, ricca di verdure e di fibre che favoriscono il transito intestinale, e che scoraggia invece il consumo di quelli che sono considerati eccitanti del sistema nervoso, come ad esempio il caffè. E’ bene mantenere il peso forma per non gravare troppo sugli apparati specifici e sulla struttura muscolare ed evitare gli eccessi di alcol e il fumo.